Ormai tutti i collezionisti conoscono i Prét-a-Postér
francesi (i famosi PaP) e non era mai giunta notizia dell’esistenza di analoghi
prodotti predisposti in altri Stati. Per questo è stata una piacevole sorpresa
entrare in un ufficio postale belga e trovare un dépliant nel quale si
pubblicizzavano i locali PaP.
Solo che non sono veri e propri Prét-a-Postér, di quelli
“alla francese” tanto per intenderci, ma sono altri oggetti. Ad ogni
buon conto li ho acquistati. Vediamo di cosa si tratta.
Il primo oggetto è un normalissimo biglietto augurale. Nella
confezione predisposta dalle Poste del Belgio (in collaborazione con la ditta
Hallmark, che è la stampatrice) si trovano il biglietto augurale, la busta e un
francobollo con bandella. Il tutto è pronto per essere compilato
e spedito. Da qui la definizione di “pret-a-poster”: pronto per la spedizione
postale, pronto per essere postalizzato. Questo prodotto, che entra nella gamma
dei PaP belgi è chiamato Ready To Send de La Poste.
Il francobollo non è altro che un valore senza indicazione
di prezzo, valido per la posta prioritaria per l’interno (in primo porto), e la
bandella riproduce simpaticamente l’immagine del biglietto augurale. La
bandella e il francobollo sono prodotti chiamati Duostamp. Altro non è che
un francobollo con bandella senza valore di affrancatura. Giova precisare che
il francobollo con bandella in questione è predisposto dalle Poste belga. La possibilità si creare francobolli con bandella è resa possibile anche al grande pubblico: basta pagare. Comunque…, questo PaP non è un intero postale.L’altro prodotto incluso nella categoria dei Prét-a-Postér belghi si chiama Postogram, e qui la descrizione merita essere premessa da una breve narrazione. Chiariamoci subito: il Postogram è un prodotto che sta nel mezzo tra telegramma augurale (o di circostanza) e intero postale. Ma vediamo le cose dall’inizio.
Il servizio telegrafico belga nasce nel 1803, con la
costruzione delle linee Chappe. I più esperti della materia sanno che si
trattava di un telegrafo ottico. In pratica, erano state costruite delle
strutture, una sorta di torrette, sulle quali erano piazzati dei bracci mobili. Muovendo questi bracci
si potevano sillabare e quindi comporre le parole. La trasmissione avveniva
mediante “avvistamento” da una postazione all’altra. Da una postazione si
trasmetteva il messaggio. Questo veniva decrittato dalla postazione successiva,
per poi essere ritrasmesso. E così via, sino al destinatario. Tale
sistema di trasmissione era talmente complicato da dover essere limitato all'uso di
pochi soggetti e, in particolare, venne limitato alle esigenze militari e di
Stato. Solo nel 1846 venne attivata la prima linea telegrafica
elettrica, che univa Bruxelles ad Anversa. E ciò determinò la scomparsa del
sistema Chappe. Inutile dilungarsi sui limiti del sistema Chappe rispetto al
telegrafo elettrico. In questa sede è sufficiente rammentare l'assoluta
inefficienza del telegrafo Chappe nel caso di cattivo tempo (limitazione della
visibilità) e durante le ore notturne. Il telegrafo elettrico, che sostituì il Chappe, si affermò dovunque. In molti Stati
la sua amministrazione venne riservata all'organizzazione statale. Ma, mentre
in Italia l’organizzazione telegrafica venne unificata con quella postale –
ancora oggi in molti uffici postali compare il cartello “Poste e Telegrafi” –
in Belgio le amministrazioni rimasero separate: da una parte quella postale e,
dall’altra, quella telegrafica e telefonica. Ancora oggi Belgacom, la compagnia
telefonica di bandiera, cura la spedizione e l’inoltro dei telegrammi.
Per diversi anni, l’amministrazione telegrafica-telefonica
belga rimase nelle mani della Administration des télégraphes et des téléphones,
poi ribattezzata Régie des télégraphes et des téléphones per diventare, infine,
Belgacom. E’ durante i periodi della Administration e della Régie che furono
posti in circolazione dei moduli telegramma illustrati. La caratteristica delle
immagini, il loro stile, lascia supporre una produzione che parte nel periodo
liberty per finire attorno gli anni ’70-’80. Sulla base delle mie ricerche,
posso affermare che durante questo lungo periodo è nota l’esistenza di poco più di 40 moduli illustrati. La particolarità più evidente, che meriterebbe
una migliore trattazione sistematica, attiene le diverse tirature di questi
moduli e, in particolare, la diversa esposizione delle voci di qualificazione
dei moduli (destinatario, indirizzo, etc.), l’uso delle lingue (francese,
olandese, tedesco), i caratteri (bodoni, bastoncino, etc.), nonché i simboli dell’ente
telegrafico. Ad esempio, del modulo n. 13, illustrato con un allegro postino a
cavallo, al momento ho censito ben cinque tirature diverse, ma non ne escludo ulteriori. Questi moduli
erano in uso nella stazione ricevente. La stazione ricevente, su richiesta del
mittente, trascriveva il messaggio telegrafico sul modulo illustrato e ne
curava la consegna al destinatario. Successivamente la trascrizione manuale
venne sostituita con le strisce telegrafiche che venivano incollate sul modulo.
Come abbiamo visto, i moduli telegramma illustrati vennero abbandonati attorno
agli anni ’70-’80, probabilmente con l’affermarsi di altri sistemi di
comunicazione e per via della diminuzione del traffico telegrafico. Alcuni dati
ne sono l’esempio: Belgacom riferisce (anno 2011) che l’attuale movimentazione
telegrafica belga, che non mi risulta avvalersi ancora della possibilità di usare questi simpatici
moduli illustrati, si aggira attorno i 130.000 pezzi, di cui 110.000
movimentati all’interno del Paese e 20.000 all’estero, soprattutto con
destinazione Francia ed Italia. Su una popolazione di circa 11 milioni di
abitanti si tratta veramente di poca cosa.Il biglietto Hallmark |
Il Postogram è un biglietto augurale (o di circostanza). La vendita avviene presso gli uffici postali, che hanno allestito degli spazi simili a quelli presenti da qualche tempo anche nei locali di Poste Italiane, e nei quali sono offerti oggetti e prodotti di vario genere (libri, prodotti per la scrittura e la spedizione, etc.). Anche in questo caso il biglietto illustrato è stampato da Hallmark, ed è confezionato con una busta. Però, diversamente dal Ready To send de
La busta pre affrancata |
A questo punto viene da domandarsi come siano collezionabili questi oggetti. Cioè se il collezionista debba raccogliere l’intera gamma di biglietti (che presentano innumerevoli soggetti diversi) o se possa limitarsi alla busta (sulla quale appare l’impronta di francazione postale).
Considerato che la mia curiosità è stata mossa dal modulo telegramma illustrato belga, la cui natura interofila è da escludersi, non me la sento di esprimere un parere definitivo. Tuttavia mi sono sforzato di immaginare una soluzione, la meno “invasiva”, che potrebbe essere la seguente: collezionare solo le buste, limitando la presenza in collezione, a solo scopo documentale, di alcuni cartoncini illustrati venduti assieme alle buste. Beninteso: il Postogram è “il tutto”, busta e cartoncino illustrato. Ma siccome il cartoncino illustrato potrebbe essere sostituito dal mittente… non merita tanta attenzione.
E veniamo alle buste del Postogram. Ovviamente ne esistono
di diverse. Vi sono buste con diverse alette di chiusura e, immagino, di
dimensioni diverse (non credo che in questi venti anni di esistenza del
prodotto il formato sia rimasto il medesimo). Poi vi sono le impronte e le
indicazioni stampate sulla busta (negli anni le diverse tirature avranno
generato sicuramente “tipi” diversi). Infine vi sono i colori delle stampe.
Secondo le informazioni raccolte, per un certo periodo le buste dei Postogram erano
stampate con colore blu, mentre quelle dei Postogram destinati ai ragazzi
avevano colore nero. Oggi le ho reperite solo di colore rosso. La
caratteristica dei Postogram per la gioventù era il cartoncino illustrato che,
in genere, riproduceva personaggi dei fumetti. Scelta ovvia, considerato che
una delle solite definizioni popolari afferma che una delle tre eccellenze
belghe sia la scuola fumettistica: Asterix, Michel Villant, Lucky Luke, etc.
(Per curiosità: le altre due eccellenze belghe sarebbero la cioccolata e la
birra).
Immagino che minore attenzione possa essere prestata per i
Postogram di condoglianze. Ebbene, anche La Poste ha in distribuzione il suo Postogram di
condoglianze. Che fortunatamente è meno triste dei moduli telegrafici editi suo
tempo dalla Régie des télégraphes ma che… insomma … quanto a circostanza, non è
proprio il massimo.
Per concludere con un po’ di allegria non ho trovato di
meglio che proporre un cartoncino illustrato di un Postogram. Lo vorrei dedicare
idealmente ad un brindisi: brindiamo affinché anche le nostre Poste Italiane
ritrovino la giusta via, circoscrivendo le velleità di vendita dei generi vari
nei loro spazi (ultimamente si trovano in vendita forni a microonde,
biciclette, condizionatori, e via dicendo) e ritrovando la strada della
promozione della scrittura e della comunicazione. “Che anche le nostre Poste ci
regalino un Prét-a-Postér italiano!”.
(Questo articolo, predisposto nel 2010 per la rivista dell'UFI - Unione Filatelisti Interofili "L'INTERO POSTALE", non è stato pubbblicato. La presente versione è stata solo in parte aggiornata. Può essere ripreso e pubblicato liberamente citando la fonte e l'autore e.... per piacere.... dandone notizia anche all'autore stesso!)
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