venerdì 11 maggio 2012

I Prét-a-Postér del Belgio

La varia e multiforme offerta de La Poste (poste del Belgio)



Ormai tutti i collezionisti conoscono i Prét-a-Postér francesi (i famosi PaP) e non era mai giunta notizia dell’esistenza di analoghi prodotti predisposti in altri Stati. Per questo è stata una piacevole sorpresa entrare in un ufficio postale belga e trovare un dépliant nel quale si pubblicizzavano i locali PaP.
Solo che non sono veri e propri Prét-a-Postér, di quelli “alla francese” tanto per intenderci, ma sono altri oggetti. Ad ogni buon conto li ho acquistati. Vediamo di cosa si tratta.
Il primo oggetto è un normalissimo biglietto augurale. Nella confezione predisposta dalle Poste del Belgio (in collaborazione con la ditta Hallmark, che è la stampatrice) si trovano il biglietto augurale, la busta e un francobollo con bandella. Il tutto è pronto per essere compilato e spedito. Da qui la definizione di “pret-a-poster”: pronto per la spedizione postale, pronto per essere postalizzato. Questo prodotto, che entra nella gamma dei PaP belgi è chiamato Ready To Send de La Poste.
Il francobollo non è altro che un valore senza indicazione di prezzo, valido per la posta prioritaria per l’interno (in primo porto), e la bandella riproduce simpaticamente l’immagine del biglietto augurale. La bandella e il francobollo sono prodotti chiamati Duostamp. Altro non è che un francobollo con bandella senza valore di affrancatura. Giova precisare che il francobollo con bandella in questione è predisposto dalle Poste belga. La possibilità si creare francobolli con bandella è resa possibile anche al grande pubblico: basta pagare. Comunque…, questo PaP non è un intero postale.
L’altro prodotto incluso nella categoria dei Prét-a-Postér belghi si chiama Postogram, e qui la descrizione merita essere premessa da una breve narrazione. Chiariamoci subito: il Postogram è un prodotto che sta nel mezzo tra telegramma augurale (o di circostanza) e intero postale. Ma vediamo le cose dall’inizio.
Il servizio telegrafico belga nasce nel 1803, con la costruzione delle linee Chappe. I più esperti della materia sanno che si trattava di un telegrafo ottico. In pratica, erano state costruite delle strutture, una sorta di torrette, sulle quali erano piazzati dei bracci mobili. Muovendo questi bracci si potevano sillabare e quindi comporre le parole. La trasmissione avveniva mediante “avvistamento” da una postazione all’altra. Da una postazione si trasmetteva il messaggio. Questo veniva decrittato dalla postazione successiva, per poi essere ritrasmesso. E così via, sino al destinatario. Tale sistema di trasmissione era talmente complicato da dover essere limitato all'uso di pochi soggetti e, in particolare, venne limitato alle esigenze militari e di Stato. Solo nel 1846 venne attivata la prima linea telegrafica elettrica, che univa Bruxelles ad Anversa. E ciò determinò la scomparsa del sistema Chappe. Inutile dilungarsi sui limiti del sistema Chappe rispetto al telegrafo elettrico. In questa sede è sufficiente rammentare l'assoluta inefficienza del telegrafo Chappe nel caso di cattivo tempo (limitazione della visibilità) e durante le ore notturne. Il telegrafo elettrico, che sostituì il Chappe, si affermò dovunque. In molti Stati la sua amministrazione venne riservata all'organizzazione statale. Ma, mentre in Italia l’organizzazione telegrafica venne unificata con quella postale – ancora oggi in molti uffici postali compare il cartello “Poste e Telegrafi” – in Belgio le amministrazioni rimasero separate: da una parte quella postale e, dall’altra, quella telegrafica e telefonica. Ancora oggi Belgacom, la compagnia telefonica di bandiera, cura la spedizione e l’inoltro dei telegrammi.
Per diversi anni, l’amministrazione telegrafica-telefonica belga rimase nelle mani della Administration des télégraphes et des téléphones, poi ribattezzata Régie des télégraphes et des téléphones per diventare, infine, Belgacom. E’ durante i periodi della Administration e della Régie che furono posti in circolazione dei moduli telegramma illustrati. La caratteristica delle immagini, il loro stile, lascia supporre una produzione che parte nel periodo liberty per finire attorno gli anni ’70-’80. Sulla base delle mie ricerche, posso affermare che durante questo lungo periodo è nota l’esistenza di poco più di 40 moduli illustrati. La particolarità più evidente, che meriterebbe una migliore trattazione sistematica, attiene le diverse tirature di questi moduli e, in particolare, la diversa esposizione delle voci di qualificazione dei moduli (destinatario, indirizzo, etc.), l’uso delle lingue (francese, olandese, tedesco), i caratteri (bodoni, bastoncino, etc.), nonché i simboli dell’ente telegrafico. Ad esempio, del modulo n. 13, illustrato con un allegro postino a cavallo, al momento ho censito ben cinque tirature diverse, ma non ne escludo ulteriori. Questi moduli erano in uso nella stazione ricevente. La stazione ricevente, su richiesta del mittente, trascriveva il messaggio telegrafico sul modulo illustrato e ne curava la consegna al destinatario. Successivamente la trascrizione manuale venne sostituita con le strisce telegrafiche che venivano incollate sul modulo.
Nei 42 moduli che durante le mie ricerche ho trovato variabilmente descritti come “télégramme de luxe” o “télégramme de philantrophie”, compaiono anche 3 moduli destinati ad un uso innegabilmente poco piacevole: le condoglianze.
Uno, in particolare, colpisce per la sua crudezza. (figura a sinistra)
Come abbiamo visto, i moduli telegramma illustrati vennero abbandonati attorno agli anni ’70-’80, probabilmente con l’affermarsi di altri sistemi di comunicazione e per via della diminuzione del traffico telegrafico. Alcuni dati ne sono l’esempio: Belgacom riferisce (anno 2011) che l’attuale movimentazione telegrafica belga, che non mi risulta avvalersi ancora della possibilità di usare questi simpatici moduli illustrati, si aggira attorno i 130.000 pezzi, di cui 110.000 movimentati all’interno del Paese e 20.000 all’estero, soprattutto con destinazione Francia ed Italia. Su una popolazione di circa 11 milioni di abitanti si tratta veramente di poca cosa.

Il biglietto Hallmark
Tuttavia, pur di fronte ad un uso contenuto del telegramma, l’idea di un prodotto specifico destinato alle ricorrenze (e alle circostanze) non è tramontata. Anzi, l’amministrazione postale belga deve aver pensato che con l’abbandono del segmento “illustrato” da parte di Belgacom si aprivano nuovi spazi per il servizio postale che disponeva e dispone di una migliore rete distributiva in tutto il Paese e della possibilità di praticare prezzi più contenuti. E’ abbastanza scontato supporre che tali siano state le motivazioni alla base della nascita del nuovo prodotto postale chiamato Postogram.
Il Postogram è un biglietto augurale (o di circostanza). La vendita avviene presso gli uffici postali, che hanno allestito degli spazi simili a quelli presenti da qualche tempo anche nei locali di Poste Italiane, e nei quali sono offerti oggetti e prodotti di vario genere (libri, prodotti per la scrittura e la spedizione, etc.). Anche in questo caso il biglietto illustrato è stampato da Hallmark, ed è confezionato con una busta. Però, diversamente dal Ready To send de La Poste, la busta presenta un’impronta che rende franca la spedizione del biglietto su tutto il territorio nazionale. Qualora si intendesse inviare il Postogram all’estero, ad un destinatario fuori dal Belgio, deve essere corrisposta la tariffa postale per intero, non essendo possibile alcuna integrazione di affrancatura.



La busta pre affrancata
Quindi, la particolarità del Postogram, che lo avvicina moltissimo alla categoria degli interi postali, è la busta con l’impronta che ne decreta l’assolvimento della tassa postale. 

A questo punto viene da domandarsi come siano collezionabili questi oggetti. Cioè se il collezionista debba raccogliere l’intera gamma di biglietti (che presentano innumerevoli soggetti diversi) o se possa limitarsi alla busta (sulla quale appare l’impronta di francazione postale).
Considerato che la mia curiosità è stata mossa dal modulo telegramma illustrato belga, la cui natura interofila è da escludersi, non me la sento di esprimere un parere definitivo. Tuttavia mi sono sforzato di immaginare una soluzione, la meno “invasiva”, che potrebbe essere la seguente: collezionare solo le buste, limitando la presenza in collezione, a solo scopo documentale, di alcuni cartoncini illustrati venduti assieme alle buste. Beninteso: il Postogram è “il tutto”, busta e cartoncino illustrato. Ma siccome il cartoncino illustrato potrebbe essere sostituito dal mittente… non merita tanta attenzione.
E veniamo alle buste del Postogram. Ovviamente ne esistono di diverse. Vi sono buste con diverse alette di chiusura e, immagino, di dimensioni diverse (non credo che in questi venti anni di esistenza del prodotto il formato sia rimasto il medesimo). Poi vi sono le impronte e le indicazioni stampate sulla busta (negli anni le diverse tirature avranno generato sicuramente “tipi” diversi). Infine vi sono i colori delle stampe. Secondo le informazioni raccolte, per un certo periodo le buste dei Postogram erano stampate con colore blu, mentre quelle dei Postogram destinati ai ragazzi avevano colore nero. Oggi le ho reperite solo di colore rosso. La caratteristica dei Postogram per la gioventù era il cartoncino illustrato che, in genere, riproduceva personaggi dei fumetti. Scelta ovvia, considerato che una delle solite definizioni popolari afferma che una delle tre eccellenze belghe sia la scuola fumettistica: Asterix, Michel Villant, Lucky Luke, etc. (Per curiosità: le altre due eccellenze belghe sarebbero la cioccolata e la birra).
La Poste (è la dizione esatta delle poste del Belgio) assicura la consegna del Postogram nel giorno indicato dal mittente. Ad esempio, se uno volesse inviare gli auguri di buon compleanno ad un conoscente, non deve fare altro che indicare sulla busta, nell’apposito spazio in alto a sinistra, la data di consegna.
Immagino che minore attenzione possa essere prestata per i Postogram di condoglianze. Ebbene, anche La Poste ha in distribuzione il suo Postogram di condoglianze. Che fortunatamente è meno triste dei moduli telegrafici editi suo tempo dalla Régie des télégraphes ma che… insomma … quanto a circostanza, non è proprio il massimo.
Per concludere con un po’ di allegria non ho trovato di meglio che proporre un cartoncino illustrato di un Postogram. Lo vorrei dedicare idealmente ad un brindisi: brindiamo affinché anche le nostre Poste Italiane ritrovino la giusta via, circoscrivendo le velleità di vendita dei generi vari nei loro spazi (ultimamente si trovano in vendita forni a microonde, biciclette, condizionatori, e via dicendo) e ritrovando la strada della promozione della scrittura e della comunicazione. “Che anche le nostre Poste ci regalino un Prét-a-Postér italiano!”.

(Questo articolo, predisposto nel 2010 per la rivista dell'UFI - Unione Filatelisti Interofili "L'INTERO POSTALE", non è stato pubbblicato. La presente versione è stata solo in parte aggiornata. Può essere ripreso e pubblicato liberamente citando la fonte e l'autore e.... per piacere.... dandone notizia anche all'autore stesso!)

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