L’idea di sfruttare i prodotti
postali a fini pubblicitari non era nuova, ma sembrava efficace, per cui anche
le poste belga decisero l'inserzione di messaggi pubblicitari su alcuni prodotti postali.
Prima furono emessi francobolli con appendici pubblicitarie (1930), poi fu la
volta delle cartoline postali. Tale attività venne affidata all’
Agence Belge de Publicité Postale “
PUBLIBEL”,
che era la concessionaria per la pubblicità commerciale negli uffici postali. In
Italia la pubblicità sulle cartoline postali era già apparsa da qualche anno,
nel 1919, ma in Belgio la prima cartolina postale pubblicitaria apparve solo
nel 1933. Erano anni difficili, nei quali l’occupazione risentiva della grande
crisi economica mondiale conseguente al crollo di Wall Street (1929). Ed a
tanta eccezionalità occorreva rispondere con interventi adeguati, anche sul
fronte del reperimento di nuove risorse. Evidentemente, lo sfruttamento
pubblicitario dei prodotti postali sembrò una cosa utile.
Volendo verificare le
similitudini tra le cartoline postali pubblicitarie italiane e quelle belga, ne riscontriamo essenzialmente due: in
entrambi i casi la pubblicità è stampata sulla facciata della cartolina, dove
va apposto l’indirizzo del destinatario (recto), ed in entrambi i casi gli
introiti derivanti dalla raccolta pubblicitaria erano inizialmente destinati ad
opere benefiche. Infatti, in Italia gli introiti pubblicitari erano inizialmente
destinati alla Croce Rossa, mentre in Belgio la prima destinazione fu a favore
delle Oeuvres des employés chômeures
(Opere degli impiegati disoccupati) e, dal 1936, alle Opere Sociali delle Poste.
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Particolare del tassello pubblicitario |
Le cartoline pubblicitarie belga
si differenziavano da quelle italiane per molti altri motivi: l’uso di più
lingue
, la distribuzione territoriale, la tiratura, la dimensione del
messaggio pubblicitario, il posizionamento dei dati del mittente.
Vediamo brevemente le
caratteristiche delle cartoline pubblicitarie belga, ormai note col nome
dell’agenzia che ne curava la stampa: PUIBLIBEL.
La lingua
In Belgio (anzi, nel Regno del
Belgio) sono riconosciute tre comunità linguistiche: francese (attualmente è circa il
34% della popolazione), fiamminga (la maggioranza: sono il 58% della
popolazione) e tedesca (solo l’1% della popolazione). Il resto della
popolazione è bilingue (francofona-fiamminga) e comprende altre comunità
linguistiche non ufficializzate, prevalentemente formate a seguito dell’immigrazione
avvenuta nel secondo dopoguerra. In ragione delle comunità
linguistiche ufficiali riconosciute, le cartoline potevano essere stampate nelle
tre lingue, singolarmente, o in forma plurilingue: due o tutte e tre le lingue. La scelta linguistica
dipendeva dal committente della pubblicità, cioè dalle località nelle quali il
committente chiedeva venissero poste in distribuzione le cartoline.
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Versione in francese |
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Versione in fiammingo |
La diffusione territoriale
Ecco allora che abbiamo cartoline
con la pubblicità stampate in lingua francese e distribuite in località di
lingua francese, altre stampate in fiammingo e distribuite in località di
lingua olandese-fiamminga, altre stampate in tedesco e distribuite nelle
località di lingua tedesca. Quindi, il committente poteva
decidere di farle stampare solo in una lingua e, conseguentemente, farle
distribuire solo in una area linguistica. Oppure addirittura farle stampare in
versione plurilingue e chiederne la distribuzione nelle tre aree linguistiche
del Paese.
La distribuzione
Avveniva tramite gli uffici
postali indicati dal committente. Gli addetti alla vendita dovevano offrire le
cartoline con la pubblicità all’utente come prima opzione. Ma se il cliente le
rifiutava, veniva fornita la cartolina postale normale, senza pubblicità.
La tiratura
Per le cartoline italiane era
prevista una tiratura minima, per le PUBLIBEL non era prevista la tiratura
minima. Ad esempio, una cartolina risulta stampata in soli 500 esemplari (si
tratta della PUBLIBEL n. 94, emessa dietro richiesta del
Collège Saint-Julien è ATH, con impronta Leone araldico da cent. 50.
L’ultima quotazione a me nota la quota ad € 250,00). Ma abbiamo anche cartoline tirate
in due milioni di esemplari. Per quanto attiene la tiratura, nel corso delle
mie ricerche non sono ancora riuscito ad individuare un fonte completa,
attendibile. Peccato!
La procedura seguita
Le ditte
interessate alla pubblicità sulle cartoline dovevano inoltrare la richiesta
alle Poste del Belgio, completa di immagini e testi pubblicitari da riprodurre.
Le Poste del Belgio assegnavano un numero alla PUBLIBEL emessa, che compariva
stampato (ma solo dall’esemplare n. 209) sotto il tassello pubblicitario. Una
volta approvato il progetto, si passava alle fasi di stampa. La carta usata per
la stampa delle cartoline era fornita da Poste Belgio alla ditta PUBLIBEL che,
a sua volta, si avvaleva di tipografie autorizzate dalle autorità postali. La
tipografia stampava un numero limitato dell’esemplare di PUBLIBEL
commissionata, che veniva sottoposta alla revisione del committente ed alla sua
approvazione. A questo punto, mancando l’impronta del francobollo, non abbiamo
una cartolina postale valida, ma solo delle immagini stampate sui cartoncini ad
uso “carte postale”. Gli esemplari di questa fase, che riportano la dizione impressa
a stampa ANNULE o SPECIMEN, sono da considerarsi “esemplari di prova”. Queste quasi-cartoline appaiono occasionalmente sul mercato, ed il loro
interesse collezionistico è indubbio.
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Specimen |
Dopo
l’approvazione delle bozze da parte del committente, il quantitativo ordinato
poteva essere stampato in via definitiva, ma ancora privo di valore postale.
Spettava a Poste Belgio verificare il lavoro svolto, cui seguiva la stampa
delle indicazioni essenziali ed ufficiali della cartolina postale, compreso il
valore di affrancatura. Questa seconda fase di stampa avveniva a cura dell’Atelier du Timbre di Malines.
Le impronte delle cartoline ed i dati del mittente
Il francobollo stampato sulle
cartoline segue le tre serie ordinarie note come “lion héraldique” (1929-32),
“petit sceau de l’Etat or lion écusson” (1935-51), “chiffre sur lion” (1951-77)
e infine, sino al 1984, “chiffre sur lion avec banderole”. Inoltre, ci sono
esemplari predisposti per l’invio all’estero, stampati con l’impronta della
serie definitiva “agricoltura” o “cifra su leone”. Il francobollo veniva
stampato, come consueto, in alto a destra. Al centro della cartolina veniva
riportata la dizione “cartolina postale” nelle varianti linguistiche scelte dal
committente, mentre a sinistra, in alto, era stampato il tassello per la
indicazione del mittente. Nel primo periodo, questo tassello era stampato con
orientamento obliquo, nell’angolo sinistro della cartolina, solo in un secondo
momento venne stampato in orizzontale.
La pubblicità
E veniamo alle pubblicità: quante
sono le varianti delle ditte pubblicizzate?
I dati riportati nelle
pubblicazioni che trattano la materia e che ho potuto consultare non sono mai
precisi, a causa delle molte varianti conosciute. Innanzi tutto il supporto: la
medesima pubblicità è stata ripetuta per anni, e quindi è presente in cartoline
che presentano impronta di affrancatura e facciale diversi. Poi vi è la
questione linguistica che abbiamo visto prima, poi vi sono alcune varianti di
colore e, infine, le variazioni tariffarie. Mentre è abbastanza semplice
comprendere le prime due varianti (diverse impronte e lingue diverse), sulla
questione del colore e sui cambiamenti tariffari vanno svolte altre
precisazioni.
Il colore
Soprattutto nel primo periodo,
sono note cartoline emesse con la medesima pubblicità, sul medesimo supporto e
con la medesima lingua, ma con colori diversi. Per alcune cartoline abbiamo da
tre a sei diverse versioni cromatiche. Del resto, in quel periodo si stampava ordinariamente
ad un solo colore e non in policromia. Ad esempio le PUBLIBEL che riportano i
numeri da
354 a
360 sono note in sei tonalità diverse: rosso, bruno, nero, blu, verde-blu,
verde oliva. Ma sono catalogate con un solo numero d’ordine riportato sotto il
tassello pubblicitario.
I cambiamenti tariffari
Era una particolarità belga:
quando cambiava il tariffario, spesso la carta valore veniva soprastampata.
Quindi accade spesso, anche in tempi recenti, che le PUBLIBEL presentino la stampa
di una impronta (simile al punzone di una affrancatura meccanica)
apposta
sulla sinistra del francobollo, tra il francobollo e la dicitura “CARTE
POSTALE”. In questo modo l’integrazione del facciale era risolta direttamente
dalle Poste, senza che l’utilizzatore fosse costretto ad integrare
l’affrancatura con un francobollo. Non mi dilungo sulle caratteristiche delle
soprastampe apposte con timbratura a pedale, che sono diverse da quelle apposte
con timbratrice elettrica, e che sono genericamente riconducibili ad una
maggiore nitidezza. Preferisco, invece, spendere due parole su un altro caso
assai complicato che si verificò il 20 maggio del 1946. Il 16 maggio 1946 venne
diramata
la Nota
di Servizio n. 20 nella quale si precisava che, a seguito della diminuzione
tariffaria del 10%, “
chaque carte postale
simple à 0,75fr et à 2fr; carte postale double à 1fr50 et à 4fr” doveva
essere soprastampata. La disposizione invitava gli uffici postali a dotarsi autonomamente
di un timbro da apporre sulle carte valori postali con la dizione “-10%”. Il
timbro doveva preferibilmente essere predisposto in metallo, da potersi
utilizzare con inchiostro grasso ma, ove si presentassero difficoltà, il timbro
poteva essere predisposto anche nella normale versione in gomma.
Nel corso delle mie letture ho
appreso che le varianti conosciute sono almeno 400. Logico attendersi diverse
PUBLIBEL identiche nella stampa originaria, ma con differente e variabilissima
soprastampa manuale.
Quante sono le PUBLIBEL?
I dati ufficiali affermano
esistere 2.790 PUBLIBEL. In effetti questo dovrebbe essere il numero riportato
sotto il tassello pubblicitario dell’ultima cartolina stampata. Ma sappiamo con
certezza che esistono cartoline che presentano il medesimo numero di identificazione
ma hanno colore diverso; poi vi sono quelle soprastampate con l’affrancatura
meccanica (a mano, a macchina
a pedale)
e, infine, abbiamo qualche numerazione … vuota, senza la cartolina corrispondente.
Volendo azzardare una stima, credo non siano meno di 3.500 le PUBLIBEL
circolate che presentano caratteristiche diverse, tali da renderle degne di essere
incluse in una collezione specializzata completa. Qualcuno afferma addirittura l’esistenza
di 5.000 cartoline differenti, ma a me pare una stima eccessiva. Per dirimere
ogni controversia sarebbe necessario poterle raccogliere tutte… ed è un
obiettivo improbabile da raggiungere.
Per i tematici
Le PUBLIBEL sono una vera miniera
per i collezionisti tematici che finiscono per pagarle molto più di quanto
valgono, o di quanto si potrebbe spendere con maggiore attenzione e pazienza (e
qui potrei raccontare esperienze personali). Un recente catalogo (edito nel
2003 in soli 500 esemplari)
dal titolo “PUBLIBEL”, frutto del lavoro del collezionista Thomassetti Ludo di
Peer (Belgio), tenta il censimento delle tematiche riscontrate nelle PUBLIBEL:
sarebbero circa 500, con oltre 400 località pubblicizzate (perché esistono
molte cartoline con pubblicità turistica). Il cataloghista si cimenta anche nel
ritrovamento dei riferimenti di altre nazionalità, ma non viene censita
l’Italia. In effetti, guardando meglio le immagini riprodotte, ad una prima e
sommaria analisi, avrei individuato almeno 16 cartoline con nomi italiani
(Olivetti, Gancia, Etna, etc.).
Quanto ai temi, se consideriamo
anche gli elementi secondari delle immagini, secondo me sono assai di più dei
400 censiti. Molti di più.
La numerazione
Come abbiamo visto in precedenza,
le cartoline sono tutte numerate. Ogni esemplare ha il numero di emissione
sotto la vignetta pubblicitaria, che è collocata in basso a sinistra.
Ma, anche
qui c’è l’eccezione. Come abbiamo visto, le prime cartoline, sino all’esemplare
208 compreso, non presentavano il numero (che è stato attribuito/ricostruito successivamente,
sulla base delle ricerche). E poi non sono numerate quelle dalla numero 283 alla
numero 289.
Le PUBLIBEL cessarono di essere
stampate nel 1984. L’interesse dei committenti era andato calando, in
conseguenza con il minore uso della cartolina postale da parte degli utenti.
Altri mezzi di comunicazione, soprattutto il telefono, avevano ormai reso meno
frequente il ricorso alla cartolina postale per brevi comunicazioni. Ma anche
la funzione affidata all’
Agence Belge de
Publicité Postale “PUBLIBEL” volgeva al termine: cessava la stampa dei
messaggi pubblicitari sulle cartoline, era cessata l’emissione dei francobolli
con appendici pubblicitarie e, infine, cessava anche la stampa delle pubblicità
sui cartoncini dei libretti dei francobolli.
Insomma, un altro pezzo di storia
postale era compiuto.
(Questo articolo è stato pubblicato nel 2009 nella rivista dell'UFI - Unione Filatelisti Interofili "L'INTERO POSTALE". La presente versione è stata aggiornata in parte. L'articolo può essere ripreso e pubblicato liberamente citando la fonte e l'autore)